La Voce di Baba

Come erano i discorsi di Sai Baba? Vuoi provare ad ascoltarne qualcuno? Qui trovi le registrazioni dei suoi discorsi in occasione della festività di Dasara, di Onam e del Suo compleanno. Forse riuscirai a cogliere un po’ dell’emozione che attraversava i cuori di tutti i presenti.

Festa di Onam 31 Agosto 2001

Incarnazioni del divino Amore
Il mondo intero è permeato dalla Verità; la Verità pervade tutto. ogni tipo di ricchezza, agiatezza, comodità, denaro, oro, proprietà, perfino automezzi, è fondato sulla Verità. Privo di Verità, il mondo non può esistere.
Oggi l’uomo deve sopportare innumerevoli avversità perché ha dimenticato la Verità. La Verità è preziosissima; la Verità non può essere nascosta né modificata.
Non c’è dharma più grande del seguire la Verità.
Tutto ciò che È è contenuto nella Verità.
Attenetevi alla Verità. Parlate in modo amabile. Non dite la verità in modo sgradevole. Questa è spiritualità

Dasara 20 Ottobre 2001

Incarnazioni dell’Amore!
Quelli che i giovani moderni oggi devono coltivare sono gli eterni e autentici valori morali. È loro importante dovere proteggerli. Cos’è la moralità? Cosa sono i valori? I ragazzi e le ragazze di oggi non ne hanno assolutamente idea. Poiché oggi l’uomo non protegge questi valori morali, la gioventù soffre sin dalla più tenera età. Al termine ‘gioventù’, oggi non viene attribuito il giusto significato.
‘Moralità’ non è una parola ordinaria: è molto preziosa, immensamente sacra, veramente grande. Se non siamo in grado di proteggere questa sacra, eterna e vera moralità, in che modo potrà essere protetta la natura umana?
Natura umana vuol dire vivere con valori morali. I giovani d’oggi sono incapaci di capire cosa sia la vita, quale sia la loro meta, la loro strada e il loro obiettivo.
Che cosa vuol dire moralità?
Vuol dire riconoscere la Divinità nella natura umana e manifestarla al mondo.

Dasara 21 Ottobre 2001

Esiste solo l’Uno. Indipendentemente dalla forma di vita, l’uomo deve condividere il suo amore con gli animali, gli uccelli e le bestie. “O Signore! L’amore che mi hai donato non deve essere usato a scopi egoistici, ma deve essere condiviso con tutti. Lo condividerò con gli altri e lo rivivrò nuovamente”. Bisogna sviluppare ampi sentimenti e ampiezza mentale.
Quella è la vera natura dell’Amore, è “amore in espansione”; ma oggi dove è andato a finire? Troviamo soltanto un “amore contratto”, che è pari alla morte. Trascorriamo una vita che equivale alla morte, svuotata di valori morali, senza purezza e senza ampiezza di vedute.

Dasara 22 Ottobre 2001

Dio ha la forma dell’Amore, di quell’Amore che risiede nel cuore d’ogni essere umano. L’Amore di Dio risplende in tutti allo stesso modo. A sua volta ognuno deve condividere quell’Amore equanimemente con tutti. Questo è il dovere principale dell’uomo. Avendo l’Amore di Dio nel proprio cuore, non si deve usarlo con egoismo o per interesse; ogni essere umano ne deve partecipare. Solo allora si potrà dire di meritare l’Amore di Dio.
L’uomo ricava due risultati da questo Amore: uno è condividere Amore e beatitudine con tutti. Dio ama chi è amato dagli altri. Dio ama colui che ama gli altri. Chi vuole ricevere l’Amore di Dio ne acquisisce il diritto quando sviluppa il suo Amore innato.

Dasara 23 Ottobre 2001

Dio non ha una forma particolare, Egli è la forma complessiva di tutti gli atomi.
Dio non ha forma, ma gli atomi che ne fanno parte hanno forma. Quando atomi di diverse forme si combinano, si producono le forme fisiche. Alcuni sostengono che Dio non abbia forma; è un grosso errore: tutte le forme sono Sue. Dio ha una forma eterna, infinita, incommensurabile. Sbaglia chi pensa che Dio non abbia forma.

Dasara 24 Ottobre 2001

Le upaniṣad danno insegnamenti diretti, relativi a così tante materie che gli esseri umani non capiscono. L’esistenza di Dio è rivelata attraverso la dolcezza nella canna da zucchero, il piccante nel peperoncino, l’asprezza nel limone, il profumo nel fiore. Nessun ingegnere può capire tutto ciò, nessuno scienziato può comprenderlo. Queste cose sono la diretta evidenza dell’esistenza di Dio. Dobbiamo quindi compiere lo sforzo adeguato per capire tale natura divina.

Dasara 25 Ottobre 2001

Molti affermano che solo Dio è il responsabile della creazione, del sostentamento e della distruzione di questo universo, animato e inanimato. Ma in quale forma si trova Dio mentre è artefice della creazione? Qual è la forma di Dio mentre sostiene l’universo? E infine, qual è la forma di Dio mentre lo distrugge?
I cinque elementi sono i soli costituenti dell’intero universo; essi rappresentano la manifestazione di Dio. Senza la forma dei cinque elementi non è possibile eseguire alcun lavoro. Non esistono nomi specifici attribuibili a Dio: le forme della Divinità sono l’udito, il tatto, la vista, il gusto e l’odorato.

Dasara 26 Ottobre 2001

Quando il corpo e la mente si uniscono all’ātman, l’uomo è un essere umano completo. Se la mente e l’ātman sono trascurati e si contempla solo l’esperienza del corpo, questa è la natura di un animale. Quando il corpo e la mente si associano tralasciando il Sé, abbiamo una natura demoniaca. Vivere soltanto nella natura del Sé, rinunciando al corpo e alla mente, è Divinità.
Il corpo è per adempiere al dharma del corpo nel mondo fenomenico. La mente è per distinguere il permanente dal transitorio, il bene dal male. il giusto percorso per la mente è di seguire l’ātman e praticare il dharma pertinente al corpo.

Discorso 21 Novembre 2001

Se chiudete gli occhi, non vedete nessuno, ma non appena li riaprite, vedete qui migliaia di teste. Da dove sono provenute? Dov’erano tutte quelle teste quando tenevate gli occhi chiusi? E quando invece gli occhi si sono aperti, da dove sono arrivate? Chi è tutta questa gente? Di chi sono tutte queste teste? Se riflettete attentamente, vi renderete conto che esse sono entro i vostri occhi e che non provengono dall’esterno. Tutti gli esseri viventi sono in voi, e voi siete in tutti gli esseri viventi. Spiritualità è cercare di comprendere tale Unità.
La spiritualità vi invita a capire che in tutti gli esseri esiste un solo e unico Sé. In tutti noi c’è solo l’Uno, che non è separato né distinto. Voi, tuttavia, credete che il Sé sia separato, perciò rimanete disorientati e sopraffatti da innumerevoli dubbi e incertezze. I quesiti e i dubbi sorgono solo se vedete la molteplicità nell’unità mentre, in realtà, l’intera creazione è emersa dall’Amore.

Convocazione 22 Novembre 2001

L’uomo oggi spreca la vita a causa dell’egoismo e degli interessi personali. Se dovesse veramente analizzarsi, si renderebbe conto di essere completamente pervaso dall’egoismo e da interessi egoistici. Egli desidera tutte le cose del mondo; le desidera forse per le cose in sé? No, no! Le desidera solo per sé stesso. Voi non volete gli oggetti per il bene degli oggetti, ma solo per voi stessi.  Allo stesso modo, l’uomo desidera soddisfare tutti i sensi; non lo fa però per gratificare i sensi stessi, ma per soddisfare sé stesso, e così diventa loro schiavo. Perché? Perché sono i sensi a esercitare il controllo su di lui. Quando, per mezzo dell’educazione, si tengono i sensi sotto controllo, solo allora si è uno studente di livello superiore. Purtroppo lo studente moderno segue solo i dettami della mente. Riflettete bene sulle caratteristiche che uno studente deve possedere.
Buone qualità, buon intelletto, sincerità, devozione, disciplina e senso del dovere: ecco quello che l’educazione deve impartire e quello che gli studenti devono apprendere. Questi sono i valori che dobbiamo imparare oggi.

Compleanno 23 Novembre 2001

Le difficoltà, le perdite, le gioie e le sofferenze sono retaggio di ogni essere umano. La mente è l’unica responsabile di questi stati. Felicità e sofferenza, affetto ed avversione, il giogo del piacere sensuale: tutto ciò che l’uomo sperimenta ha origine dalla mente, a causa del senso di dualismo che pervade la mente. Se la mente è esercitata a vedere l’unità del Creato, errori di questo tipo non possono sorgere.
In questo mondo dualistico, il dolore porta maggiore vantaggio che il piacere. Infatti i santi e i saggi di ogni tempo hanno sempre aspirato alle difficoltà e alla sofferenza piuttosto che alla felicità. La gioia che ci deriva dalle difficoltà e dalla sofferenza è più duratura di quella apportataci dalla felicità. Non dobbiamo provare avversione per la sofferenza né dare il benvenuto alla felicità. La beatitudine che deriva dalla sofferenza è un’amica migliore della felicità effimera. Dovremmo sempre desiderare la sofferenza, che è un’amica suprema.