08 Aprile 1993 (Kodaikanal) – Realizzate Dio per mezzo dell’esperienza

08 Aprile 1993 (Kodaikanal)

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Realizzate Dio per mezzo dell’esperienza

“I vasi sono molti, la creta è una.
I gioielli sono svariati, l’oro è uno.
Le mucche sono tante, il latte è uno.
Allo stesso modo, gli esseri sono numerosi, ma il Principio Atmico è uno.”

La vera spiritualità consiste nel purificare i sentimenti

In questo mondo, molto pochi si raffigurano l’unità nella diversità, mentre tanti vedono la diversità nell’unità. Vedere la diversità è il difetto della visione umana, non della creazione.

Comprendete il Principio dell’Unità nella creazione

Lo stesso Principio Atmico è presente negli animali, negli esseri umani, nei demoni e negli esseri celesti.

“La Verità è una, ma il saggio le si riferisce con vari nomi.”

Sebbene la Verità sia una, le persone la classificano e sperimentano in molti modi. Il corpo umano è il carro, l’Âtma è il cocchiere. I carri possono apparire differenti, ma il cocchiere è uno. Che uno sia milionario o povero non conta: la nascita è la stessa. Il milionario non viene dal cielo e il povero non viene dalla terra. Vengono ambedue dal ventre materno; quindi nascita e morte sono uguali per tutti. In modo simile, la sete e la fame sono le stesse per tutti; se ha sete, un uomo ricco può prendere una costosa bevanda fresca, un povero può calmare la sete bevendo dell’acqua fredda. Un uomo ricco o molto autorevole può mangiare cibo prelibato per soddisfare la fame, mentre un povero può permettersi solamente del riso abbrustolito. Le varietà dei cibi possono essere molte, ma la fame è la stessa. Quindi la fame e la sete sono le stesse per tutti come la nascita e la morte.

L’ego è la causa delle difficoltà dell’essere umano

Dov’è la differenza? Rapito dall’illusione, l’uomo stesso crea le differenze e spreca la vita. Ci sono sette catene che legano l’essere umano: il corpo, il desiderio, l’ira, l’ego, le azioni, l’ignoranza e l’illusione. L’ignoranza è la causa principale dell’illusione ed è anche la causa dell’ego; quando l’essere umano ha l’una e l’altro, genera in sé l’attaccamento. I tre sono seguiti dall’odio; essi, assieme, accecano e imprigionano. Per liberarsi dalla schiavitù, l’uomo deve sforzarsi di affrancarsi dall’ego, dall’attaccamento, dall’illusione e dall’ignoranza.
La causa della nascita è l’azione e le azioni sono il risultato dell’attaccamento il cui responsabile è l’ego; ne consegue che l’ego li crea tutti. In effetti non c’è alcuno spazio per l’ego; se indaghiamo, scopriamo che per esso non c’è fondamento. Se guardiamo la carta del mondo, Bhârat appare molto piccola e, nel Paese di Bhârat, lo Stato del Tamil Nadu è molto più piccolo. Nello Stato del Tamil Nadu, il distretto di Dindigul è ancora più piccolo e, in quel distretto, Kodaikanal è un luogo piccolissimo. A Kodaikanal, la nostra casa è come un puntino e, nella casa, noi siamo ancora più piccoli. Che cosa siamo in questo universo sconfinato? Dov’è allora lo spazio per l’ego? Se abbracciamo questa ampia visione, comprendiamo che non c’è alcuno spazio per l’ego. Se indagate in un altro modo, comprendete che l’Âtma è lo stesso in tutti. Dov’è lo spazio per l’ego se il Sé è lo stesso in tutti? In voi e in Me, il Sé è lo stesso. Tra un essere umano grande e uno piccolo non c’è alcuna differenza; dov’è quindi lo spazio per l’ego? Se pensate di essere ricchi, ci sono molti più ricchi di voi; se pensate di essere attraenti, ci sono molti altri più attraenti di voi. Se pensate di essere forti, ci sono moltissime persone più forti di voi e, se pensate di essere istruiti, ci sono ancora più persone molto più colte di voi.
Se pensate di essere degli intellettuali, molti sono ancora più intellettuali. Non c’è quindi ragione per cui nell’essere umano si sviluppi un ego. Finché questo ego c’è, non si può esser liberi dalle difficoltà. Ecco un esempio: gli studenti giocano col pallone che è gonfiato con l’aria. Fintantoché il pallone è gonfio, viene preso a calci dai giocatori delle due squadre, ma, non appena si sgonfia, gli studenti lo raccolgono; esso riceve rispetto quando l’aria ne è uscita. Quindi, finché nel pallone c’è l’aria, esso non viene rispettato, viene portato in giro a calci. Il nostro corpo è come un pallone da calcio; i sei nemici interiori, il desiderio, l’ira, l’avidità, l’illusione, l’orgoglio e la gelosia, sono da una parte e la Verità, la Rettitudine, la Pace, l’Amore, la Non violenza e la Compassione dall’altra. I giocatori delle due parti colpiscono il pallone, il corpo. Per quanto ancora lo colpiranno? Finché in esso ci sarà l’aria dell’ego; nel momento in cui l’aria dell’ego finirà smetteranno di colpirlo. Quindi l’ego è responsabile di tutti i nostri problemi. Per questo, prima di tutto, bisogna sottomettere l’ego. Il vostro ego colpisce e danneggia solamente voi; la sua causa è l’ignoranza. Che cos’è quest’ignoranza? A mano a mano che la conoscenza aumenta, cresce anche l’ignoranza; oggi c’è un aumento enorme della conoscenza scientifica, ma, assieme a essa, cresce proporzionalmente l’ignoranza.

Acquisite la visione interiore

Che cosa significa “conoscenza”? Significa “luce”. Dove c’è luce non può esserci oscurità. Oggi, a dispetto del progresso della scienza, il mondo intero è pieno dell’oscurità dell’ignoranza; è assediato dalle difficoltà, dai problemi e dall’infelicità. Qual è allora il beneficio della conoscenza scientifica? La scienza è cresciuta, ma non le virtù dell’essere umano; la scienza è salita oltre il limite, ma il discernimento è sceso. Quindi, prima di tutto, dobbiamo controllare i sensi. Gli scienziati viaggiano decine di migliaia di chilometri nello spazio, ma nessuno viaggia neppure un centimetro dentro di sé. A che serve viaggiare così tanto all’esterno? L’uomo dovrebbe progredire interiormente acquisendo la visione interiore. La visione esteriore porta soltanto illusione, mentre quella interiore porta beatitudine. Per acquisire la visione interiore, dobbiamo liberarci dell’ego. Come si fa? Se avete la visione atmica, potete star lontani dal sentirvi il corpo che è effimero come una bolla nell’acqua. Nessuno può dire quanto durerà; noi diciamo “domani”, ma nessuno può esserne sicuro. Può darsi che voi vediate il domani, potete anche ricordare l’ieri, ma nessuno dei due è permanente. Il passato è passato, è ieri, e non potete riaverlo neppure spendendo milioni. Il futuro è incerto; non abbiamo alcuna certezza di continuare a vivere fino a domani. Il presente è molto importante. Non consideratelo come un presente ordinario: è onnipresente. Il presente contiene i risultati del passato e del futuro; quindi stateci attenti e rendetelo sacro. Non fate progetti per il futuro che non potete realizzare. Oggi, l’essere umano è assalito da molte difficoltà e problemi. Perché? La ragione consiste nel fatto che egli rimugina sul passato, si preoccupa del futuro e ignora il presente. Quindi rendete sacro il presente: così facendo il futuro non potrà non essere sacro. Se acquisiamo questo modo di vedere, possiamo raggiungere altezze elevate sulla via della spiritualità.

Prendete coscienza della Divinità presente in voi

Voi seguite molte pratiche spirituali, studiate molti testi sacri e frequentate molte anime nobili per ascoltare i loro insegnamenti. A che serve? Il risultato di tutto ciò è niente perché non avete visione interiore. Per avere i risultati giusti, prendete come base l’esperienza; essa viene dal cuore, non dall’esterno. Per l’esperienza non c’è bisogno di sforzarsi. Non fate esperimenti. Nel campo scientifico, potete aspettarvi certi risultati facendo esperimenti, ma, nel campo spirituale, non ci sono esperimenti; c’è solamente l’esperienza. Come si fa esperienza? Avete dello zucchero in mano e lo mettete in un bicchiere d’acqua; esso si deposita sul fondo, ma, se rimestate l’acqua e li mischiate, non potete più vederlo, non potete più prenderlo in mano. Come fate a dire che lo zucchero è nell’acqua o che non c’è? Ne mettete una goccia sulla lingua e l’assaporate, e verrete a sapere che lo zucchero è nell’acqua. In modo simile, il corpo è un recipiente e la Divinità è lo zucchero. VederLa con gli occhi non è possibile, né La si può afferrare o trattenere, ma si può sperimentarNe la beatitudine. Tramite questa esperienza, potete sapere della presenza della Divinità in voi. Qui c’è un fuoco coperto dalla cenere; perché la cenere lo ha coperto? Perché lo abbiamo trascurato. Da dove è venuta la cenere? È venuta solamente dal fuoco. La cenere prodotta dal fuoco lo ha coperto; se la soffiate via, vedrete di nuovo il fuoco. In modo simile, il fuoco della Divinità è presente in voi, ma voi lo avete ignorato, per cui la cenere dell’illusione lo ha coperto e non potete vedere la Divinità in voi. Soffiate via la cenere dell’illusione per mezzo della rinuncia e vedrete il fuoco della Divinità. Il fuoco non è venuto improvvisamente da qualche parte: era già dentro di voi. In modo simile, nella forma del Principio Atmico in ognuno c’è Divinità. Oggi l’essere umano protegge e decora solamente il carro del corpo trainato dai cavalli dei sensi, ma questi vanno controllati. Teneteli sotto controllo. Chi controlla questi cavalli? La mente umana dovrebbe controllarli. Dato che la mente controlla gli indriya (i sensi), è chiamata anche indra. Su questa base è stato detto: “Lo yoga è il controllo delle modificazioni mentali.” L’uomo controlla le cose, il governo controlla la proprietà, il cibo e in effetti tutto, ma al controllo della mente non viene data la minima attenzione e per questo incontriamo molte difficoltà. Se la mente è sotto controllo, non c’è alcun bisogno di controllare le altre cose: esse si controllano da sé.

Ponete un tetto ai desideri

Per questa ragione, l’Organizzazione Sai ha concepito il programma del “Tetto ai Desideri”. Tetto a che cosa? È un tetto alla proprietà o al cibo? No, no! Significa un tetto alle attività della vita di tutti i giorni. Prima di tutto, controllate il cibo: non sprecate cibo. Esso è responsabile del sostentamento del corpo. Mangiate moderatamente; non sprecate cibo: il cibo è Dio. Molta gente affronta dei problemi per mancanza di cibo; se voi lo sprecate, tradite le persone a cui il cibo è negato. Quindi non sprecate cibo. Poi non sprecate denaro. Il cattivo uso del denaro è male. Non sprecate il denaro semplicemente perché ne avete in eccesso. La salute è ricchezza; se sprecate il denaro mangiando senza moderazione, vi rovinerete la salute. Dovreste usare il denaro per quanto necessario; se ne fate spreco, potete acquisire cattive abitudini, prendere una brutta strada, accrescere l’ego, fare dell’ostentazione e acquisire qualità cattive. Fate quindi un uso corretto del denaro; spendetelo in modo sacro. In terzo luogo, non sprecate tempo. Lo spreco di tempo è spreco di vita. Quando parlate senza che sia necessario, non sprecate solamente il tempo, ma perdete anche energia. Parlate quanto serve, non sprecate mai il tempo. Il tempo è molto importante, è la vera forma di Dio.

“Reverenti omaggi al tempo, a Colui che è al di là del tempo,
a Colui che ha conquistato il tempo, a Colui che lo trascende,
a Colui che è l’incarnazione del tempo e a Colui che comanda il tempo.”

Tutto è tempo.

Quarto: non sprecate energia. L’energia si spreca nel guardare, nell’udire, nel parlare, nel pensare e nel fare ciò che è necessario; siate moderati in tutte queste attività. Usate l’energia per quanto serve; incrementando l’energia si incrementa la divinità. Se sprecate l’energia (energy), comincia l’allergia (allergy). Non sprecate energia. Guardate, ascoltate e parlate di ciò che è bene; parlate meno, parlate dolcemente.
Noi continuiamo a pensare finché non andiamo a letto senza mai smettere, costruiamo castelli in aria; riducete il pensare inutile. Pensate, ma fatelo in modo utile. Pensate al Divino, pensate alla Divinità; non pensate agli altri. “Chi è chi?” “Queste relazioni secolari che cosa sono?” Sono temporanee come nuvole passeggere che vengono e vanno. Chi è marito e chi è moglie prima del matrimonio? Chi è madre e chi è figlio prima della nascita? Nessuno lo sa. Il figlio, la moglie, il marito, la madre sono temporanei come nuvole di passaggio. In questo mondo, nessuna nuvola è permanente; tutte vengono e passano. Perché dovreste preoccuparvi di loro? Fate il vostro dovere fin dove è necessario, ma sappiate che nessuno ha alcuna relazione con nessuno.

Usate la discriminazione per conoscere la Verità

L’essere umano, però, coltiva le relazioni secolari; quindi acquisisce ego e attaccamento, il che rovina e inquina la mente. Tenetela pura, non inquinatela. Volgete la mente al Divino, non al mondo. Quando rivolgete la mente al mondo, acquisite le qualità animali. Il Vedânta afferma: “Chi segue solamente la visione esteriore è un animale.” Guarda ogni cosa dal punto di vista terreno.

“Chi vede la realtà, ma non la riconosce, è stolto.”

Osservate tutto con sentimenti divini, solamente allora vedrete la Divinità in tutti. Voi però guardate tutto dal punto di vista terreno.
Vedete una corda e la credete un serpente, quindi avete paura. Dovete usare discriminazione per sapere se si tratti di una corda o di un serpente. Voi li scambiate a causa dell’illusione; quando c’è l’illusione, nasce la paura e voi fuggite. Se guardate con la torcia della discriminazione, vedete che non è un serpente, ma una corda; quindi non c’è più paura e vi avvicinate. Dov’è andata la paura? Nel momento in cui avete saputo che si trattava di una corda, la paura è scomparsa. Quando l’illusione se ne va, avete coraggio. Il coraggio è mancanza di paura; allora si sperimenta la beatitudine. In modo simile, voi dovreste indagare e conoscere la realtà del mondo: è terreno o divino? Questo è chiamato mîmâmsâ (indagine critica). Supponete di avere del latte: potete farne del curd, dopodiché lo zangolate e separate il burro che potete scaldare e farne del ghî (burro chiarificato). Che cosa potete fare ora del ghî? Niente, potete mangiarlo. Come la fine del latte è il ghî, la fine della conoscenza è la Divinità. Indagare oltre non è possibile. Le persone vorrebbero indagare persino sulla Divinità, ma questa è una sciocchezza, è ignoranza; nonostante la vostra indagine, il ghî rimane ghî, non cambia in qualcos’altro. Per che cosa volete indagare sulla Divinità? Dove siete voi e dov’è Dio? Che autorità avete per sottoporre Dio a un’indagine? Ciò che fate è simile a quel che fa una formica che va in mare per conoscerne la profondità; basta un’onda per rimandarla a riva e può anche perdere la vita. Coloro che vogliono indagare su Dio sono come formiche.

Purificate i sentimenti

Però Dio è anche nella formica; è presente nella formica e in Brahman; Egli è presente in tutti. Infatti, Tyâgarâja cantava:

“O Râma! Nella Tua forma d’amore puro e senza macchia,
Tu risiedi in tutti gli esseri, dalla formica a Brahma,
anche in Shiva e Keshava.
Ti prego, sii anche il mio protettore.”

Che voi diciate questo non è sufficiente; queste sono solamente parole che dite. Se avete addosso una formica che vi pizzica, voi la colpite, ma, se Dio vi appare nella forma di Brahma, fate Namaskâr (Gli rendete omaggio). Perché questa differenza? Voi dite una cosa e ne fate un’altra. Fate ciò che dite: se dite che Dio è onnipervadente, vedeteLo anche nella formica. Vedete la Divinità in ambedue; questa è vera equanimità.

“L’equanimità è definita ‘vero yoga’.”

Generate in voi l’amore verso tutti. L’amore dà senza chiedere mai. L’amore è un triangolo. In questo triangolo, l’amore dà e non riceve mai. Questo è un angolo. Qual è il secondo? L’amore non ha paura. E il terzo angolo? L’amore non cambia. Eppure il nostro amore cambia da un momento all’altro. Non è amore vero: è solamente desiderio fisico, illusione e l’illusione non è amore. Finché l’essere umano ha bhrama (illusione), è lontano da Brahma (Dio). Si tratta soltanto di immaginazione e questa non può dare la beatitudine; quindi allontanatevi dall’illusione e abbiate salda fede nel Brahman. Cercate e sperimentate Dio dentro di voi e adorateLo. Seguite questa via sacra. Non pensate che Dio sia lontano; come dicono i Veda, “Egli è lontano e vicino.” Per chi pensa che Dio sia lontano, Egli è davvero distante da Lui; chi pensa che Egli sia vicino, Lo ha vicino.

“Come sono i sentimenti, così è il risultato.”

Essere vicini o lontani dipende dai sentimenti. Dio non ha niente a che fare con questo; quindi rendete sacri i vostri sentimenti. Questa è spiritualità. Se i sentimenti sono puri, tutto diventa puro. Nell’uomo, la purezza di sentimenti è naturale. Questo è un fazzoletto e il bianco è il suo colore naturale, ma, se lo usate, diventa nero; quando è nero, lo date al lavandaio affinché lo lavi, dopodiché dite che egli lo ha fatto diventare bianco, ma non è così: il bianco è il suo colore naturale; egli ha solamente eliminato la sporcizia. In modo simile, il nostro cuore è puro, sacro e senza macchia. I Veda descrivono anche l’Âtma come eterno, permanente, immortale e puro; Esso diventa sporco e oscuro a causa dell’illusione della secolarità. Il ragazzo ha detto: “Con l’acqua dell’amore e il sapone della rinuncia”, ma questo è un errore: l’Amore è l’acqua, la rinuncia non è il sapone: la fede incrollabile lo è. La rinuncia è il lavaggio. Quando avete tutti e tre, la sporcizia viene rimossa. La fede e la devozione stabili sono importanti; senza di esse, non c’è progresso. La devozione è amore, l’amore è devozione. Lavare nell’acqua dell’amore, metterci il sapone della fede che non vacilla e sbattere sulla pietra della rinuncia; allora la forma vera della purezza si manifesta. Noi dovremmo comprendere e riconoscere questa verità. All’interno c’è la saggezza. La Verità è Brahman, la Saggezza è Brahman, l’Infinito è Brahman; tutto è Brahman.

Kodaikanal, 8 aprile 1993,
Sai Shruti

(Da “Sanâtana Sârathi”, giugno 2016)

25 marzo 1958 – Esaminare, sperimentare

25 marzo 1958 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Esaminare, sperimentare

[1] Sono venuto per confortare le vostre esistenze e non per raccontare la Mia vita. Per tale ragione non ho gradito che Ramanatha Reddy e Kasturi abbiano parlato di Me facendo riferimento ad alcuni episodi della Mia vita. Le vostre vite sono ben più importanti per Me, perché il Mio obiettivo è che possiate vivere più felicemente e con maggiore soddisfazione. Tutti gli esseri devono impegnarsi nel karma (azione, attività): è un obbligo universale, ineluttabile. Alcuni credono che solo le azioni, meritevoli o peccaminose, possano essere chiamate karma, ma il respirare stesso è karma. Ci sono dei karma i cui frutti non possono essere evitati! Esistono karma fisici, mentali e spirituali, e compierli per amore del Sé è dedizione. Si è parlato di Puttaparti e vi hanno consigliato di andarci per trarre ispirazione dai bhajan, i canti devozionali. Vi prego di non spendere questi soldi, poiché ovunque siate ed in qualsiasi momento invochiate il Mio nome, la vostra stanza diverrà Prashānti Nilayam ed il vostro villaggio diverrà Puttaparti. Io sono sempre pronto ad ascoltarvi e rispondervi. Vi voglio attivi e pienamente impegnati perché, se siete inattivi, il tempo graverà pesantemente sulle vostre mani. Non sprecate neanche un singolo istante dell’arco di vita assegnatovi, poiché il tempo è il corpo di Dio, infatti a Lui ci si riferisce come Kālasvarūpa (che prende forma nel tempo). È un crimine utilizzare male il tempo o sprecarlo nell’indolenza. Allo stesso modo non sprecate i vostri talenti, le capacità fisiche e mentali donatevi da Dio come patrimonio per adempiere il dovere della vita.

[2] Come la forza di gravitazione attrae tutto verso il basso, così la forza dell’indolenza vi trascinerà implacabilmente in giù; per questa ragione dovete essere sempre attivi e vigili. Come il vaso di rame deve essere lucidato affinché brilli, così la mente dell’uomo deve essere purificata mediante la disciplina spirituale, ovvero con attività quali la ripetizione del Nome divino e la meditazione. Persino un’azione naturale e automatica come il respirare può trasformarsi in un atto empio, se compiuta consapevolmente per ottenere un certo risultato. Un giorno un indù ed un suo amico inglese si trovavano sulle rive del fiume Godāvarī. L’indù disse di volersi bagnare nelle acque sacre del fiume, così pronunciò “Hari” – il nome di Dio, s’immerse, e ne uscì rinfrescato nella mente e nel corpo. Egli era molto felice di aver avuto la straordinaria opportunità di bagnarsi in quelle acque sacre. L’inglese invece rise e domandò all’amico come avesse potuto trarre tanta gioia nel tuffarsi in quell’acqua che è soltanto H2O, e aggiunse che la sua era tutta superstizione. L’indù allora gli rispose: “Lasciami pure la mia superstizione e tu tieni la tua.” Il cinico ottenne soltanto la pulizia del corpo, mentre il credente ottenne anche la purificazione della mente. Quando vi prostrate davanti agli anziani, anche la mente deve avere un atteggiamento di umiltà; non è solo il corpo che si deve inchinare. A Madras ci sono tanti assistenti sociali che visitano gli ospedali e rendono il loro servizio ai degenti. La maggior parte del lavoro che svolgono è meccanico: fanno aria ai pazienti, scrivono delle lettere per loro conto, cantano i bahjan, senza però prestare attenzione alle reali necessità dei pazienti. Molti s’impegnano in tali attività perché il servizio sociale è di moda. Questo lavoro, invece, deve essere svolto con piena partecipazione della mente, in modo gaio, intelligente e riverente. Il paziente non deve sentirsi infastidito dal nervosismo del volontario, anzi lo dovrebbe aspettare come un familiare che gli è caro. Se non vi piace questo tipo di lavoro, non fatelo; non gravate la vostra mente di qualche cosa che non vi aggrada. Un lavoro fatto meccanicamente è come una lampada ad olio priva di combustibile. L’olio è l’entusiasmo mentale: versatelo e vedrete che la fiamma sarà vivida ed arderà a lungo.

[3] Il karma si trasforma in yoga (unione con Dio) quando è svolto senza attaccamento. Un sannyāsi (asceta) non dovrebbe neanche ricordare quello che ha fatto, ma soprattutto non deve intraprendere un’azione aspettandosi dei frutti. Tale karma viene definito ‘azione compiuta senza desiderio per il risultato’ ed è il più nobile. Il karma migliore è quello svolto per senso di dovere, perché deve essere fatto e non perché sia vantaggioso farlo. Inoltre un sannyāsi non deve essere soggetto alla rabbia, all’ansia, all’invidia ed all’avidità, anche se la vostra esperienza vi dirà che oggi asceti di questo tipo sono molto rari. Non degnate neanche di uno sguardo un sannyāsi che tradisca a tal punto i suoi voti da ambire fama e notorietà o che si compiaccia di calunniare e competere. Non fatevi fuorviare da tali personaggi che potrebbero indurvi anche a non credere più alle sacre scritture ed ai Veda. Solo chi è fermamente convinto che questo mondo è un miraggio della mente è il vero Swami, tutti gli altri non sono che Rāmaswami o Krishnaswami, con il diritto di mettere tale qualifica solo alla fine del loro nome, non davanti.

[4] La Natura è un’entità molto antica. Anche il Jīvi, l’anima individuale, è molto antico poiché è ‘entrato’ ed ‘uscito’ molte volte. Ora però indossa una veste nuova, è moderno ed è venuto come il pellegrino che si reca in un luogo sacro per compiere i suoi giri attorno al tempio. Il Jīvi deve avere una guida che gli mostri i luoghi sacri e lo aiuti a terminare il pellegrinaggio. Ebbene, quella guida è il Signore stesso, ed i manuali d’istruzione sono i Veda, le Upanishad ed i sacri testi. L’essenza delle Scritture è contenuta in questa sola regola: ripetete il nome del Signore avendo sempre in mente la Sua Gloria. Il Signore è come il kalpataru, il divino albero che soddisfa i desideri e che dà tutto ciò che gli viene chiesto. Voi però dovete accostarvi all’albero e desiderare ciò che volete ottenere. L’ateo è colui che si tiene lontano dall’albero, mentre il credente è chi si avvicina: questa è la sola differenza. L’albero tuttavia non fa alcuna distinzione, elargisce i suoi doni a tutti. Il Signore non punisce, non si vendica se non lo riconoscete e non lo onorate. Egli non ha preferenze per un particolare tipo di culto né si compiace solo di quello. Se avete orecchio, potrete sentire l’OM che annuncia la presenza del Signore in ogni suono. Tutti i cinque elementi producono il suono OM. La campana del tempio ha la funzione di diffondere l’OM quale simbolo dell’onnipresenza di Dio. Quando la campana suona l’OM, la divinità che dimora in voi si risveglierà e voi diverrete consapevoli della Sua Presenza. Questo è il motivo per cui si suona la campana davanti all’altare.

[5] Guadagnatevi il diritto ad avvicinarvi a Dio senza paura per chiedergli la vostra eredità. Dovreste diventare tanto liberi da non pronunciare alcuna espressione di lode quando vi accostate al Signore. Le lodi sono un segno di distanza e di timore. Avrete certamente sentito la storia del saggio Kālidāsa. Egli disse che «Non appena l’io se ne va» – cioè non appena l’ego fosse scomparso, egli avrebbe raggiunto la liberazione e brillato del suo splendore originale, quale Brahman, l’indistruttibile Ātma o Sé. La «I» di ‘io’, quando è barrata diventa il simbolo della croce, quindi ciò che deve essere crocefisso è l’ego, ricordatelo. Allora la natura divina si manifesterà senza alcun ostacolo. I mezzi che distruggono l’ego più facilmente sono la devozione, il meditare sulla magnificenza del Signore ed il servizio reso agli altri in quanto figli di Dio. Potete invocare il Signore con qualsiasi nome, perché tutti i nomi sono Suoi, perciò scegliete il nome e la forma che più vi attraggono; i mille nomi del Signore sono stati composti per glorificare i vari aspetti di Dio, e voi avete la libertà di sceglierne uno. Il guru vi consiglierà il Nome e la Forma che più si addicono al vostro temperamento ed alle azioni meritorie del passato. Se però il guru volesse costringervi ad adottare un certo tipo di disciplina proclamando che quello è un suo ordine, ditegli che quello che conta è la vostra soddisfazione e non la sua; infatti dovete praticare la disciplina spirituale in un’atmosfera di gioia e di contentezza.

[6] Il discepolo ha il diritto di crescere in base alle sue attitudini ed inclinazioni mentali, ed il guru non deve forzarlo a svilupparsi nella direzione da lui prescelta. Oggi l’antica relazione fra guru e discepolo si è capovolta: ricchi ed influenti discepoli dominano il guru dettandogli il comportamento da seguire. I guru dal canto loro, avidi di accumulare ricchezza e fama, si abbassano ad agire secondo i dettami dei discepoli, degradando così il loro stato. Perciò prima di accettare un guru, esaminatelo, controllate le sue credenziali, verificatene gli ideali e le pratiche. Anche nel Mio caso, non lasciatevi attirare solo dalle storie di quello che creo con un semplice movimento della mano. Non saltate a conclusioni affrettate ad occhi chiusi: osservate, studiate e ponderate. Non abbandonatevi a nessuno finché non avvertirete la soddisfazione interiore di essere sulla via giusta. Soprattutto non parlate male dei grandi uomini e dei saggi, perché è un segno d’egoismo grossolano e di impertinenza puerile che nasce dalla presunzione stessa. Il Mio consiglio per voi oggi è questo: così come vi preoccupate delle necessità del corpo, nutrendolo tre volte al giorno per mantenerlo in buone condizioni, allo stesso modo spendete regolarmente ogni giorno un po’ del vostro tempo per mantenere in buona forma anche la vostra coscienza interiore. Impegnatevi nella preghiera e nella meditazione un’ora al mattino, un’ora alla sera ed una ai primi chiarori dell’alba durante il Brahma-muhūrta. Progredendo nella vostra pratica scoprirete che una grande pace discenderà su voi e grandi risorse di energia nuova scaturiranno dall’interno di voi stessi. Dopo un po’ di tempo la vostra mente contemplerà il divino Nome ovunque siate e qualunque cosa facciate: allora la pace e la gioia diventeranno le vostre inseparabili compagne.

Gokhale Hall, Madras, 25.03.1958

da DISCORSI 1953 – 1960 (Sathya Sai Speaks-Vol.I) ed.Mother Sai Publications