5 Gennaio 1973 – Dedizione alla patria

5 Gennaio 1973

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Dedizione alla patria

[1] L’India è una terra votata alla Verità, alla Rettitudine, alla Pace
e all’Amore. Voi siete dediti a servire la Madre Patria per difenderla
e salvaguardare la sua indipendenza, secondo l’antico precetto
‘Onora la Madre come Dio’; siete pronti persino a sacrificare la vostra
vita per il suo bene, indipendentemente da quello che gli altri
facciano o non facciano. Sono contento che la vostra devozione sia
così forte e sincera. Verità, Rettitudine, Pace e Amore sono i quattro
pilastri su cui poggia la dimora della felicità, qui e nell’aldilà.
Anche l’India deve fondare la sua crescita solo su queste colonne,
che sono i veri sostegni della sua sicurezza, prosperità e gloria; ma
noi abbiamo volutamente ignorato la Verità e i suoi principi fondamentali,
e questa è la causa dell’attuale, dilagante sofferenza.
Dio sarà sempre con voi nella vostra lotta per la difesa del Paese, e
vi guiderà dall’interno ispirandovi ad adempiere il giusto dovere.
La Verità è Dio, il lavoro è adorazione! Con il servizio disinteressato,
con la rigorosa osservanza del dharma e la dedizione alla causa
della pace, voi promuoverete il benessere dell’India e di tutta
l’umanità.
[2] La guerra del Mahābhārata1 è un evidente esempio della guida
e protezione che Dio concede quando la virtù si difende dalle forze
del male. Kṛṣṇa era proprio il cuore del ‘corpo’ dei Pāṇdava2:
Dharmarāja, il maggiore dei cinque fratelli, era la testa; Bhīma, il
secondo, era lo stomaco; Arjuna, il terzo, era le braccia; i gemelli
Nakula e Sahadeva erano le gambe, e Kṛṣṇa era il cuore. Dio non
si limiterà a parlare e a guidare dal cuore, Egli stesso sarà il cuore,
purché voi lo preghiate di benedirvi in tal senso.
La pace e la gioia si ottengono solo attraverso il sacrificio; il donare
dà più gioia del prendere. Poiché siete tutti pronti al massimo
sacrificio, siete i veri figli di Bhārat3. Molti non comprendono la
gioia che si può ottenere nel compiere azioni disinteressate e altruistiche,
così sprecano i loro anni e la vita rincorrendo obiettivi
egoistici; sono così arroganti che non rispettano i genitori, gli anziani,
i santi, i saggi, né invocano la grazia di Dio con la preghiera.
Di conseguenza, l’India rinnega le sue antiche tradizioni per adottare
nuove mode e nuovi modelli di condotta che fanno precipitare
la popolazione nell’infelicità.
[3] Nella Gītā, il corpo è chiamato kṣetra4, a indicare un luogo sacro
in cui Dio possa risiedere; infatti Kāśi5 è uno kṣetra, Bhadrāchalam
è uno kṣetra.
Il corpo o kṣetra è dharmakṣetra6, il campo del dharma, come pure
kurukṣetra, il campo dei Kuru, ed è la sede delle virtù e dell’attività.
Dio è lo kṣetrajña, il ‘Conoscitore del campo’7. È śivam, il benefico
e benaugurale, senza il quale il corpo è śava, un cadavere. Pertanto,
siate sempre consapevoli di quel Dio che è il vero ‘voi’ e con
la preghiera invocate il Suo sostegno, la Sua consolazione e guida.
Bangalore, 05.01.1973