15 Novembre 1973 – Un corpo senza cuore

15 Novembre 1973

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Un corpo senza cuore

[1] L’oceano è un grande mistero. È sconfinato e antico quanto il
tempo; nel suo grembo ci sono correnti impetuose, vortici violenti,
e il suo aspetto può essere furioso. Nessuno può sperare di navigare
da una costa all’altra senza un’imbarcazione robusta e affidabile.
Allo stesso modo, l’uomo ha bisogno della robusta barca della
grazia divina per attraversare l’oceano impetuoso del saṁsāra, il
perenne ciclo delle nascite e delle morti; anche quest’oceano è
immenso e misterioso e possiede profondità inesplorate, scaraventa
l’uomo dalla nascita alla morte e poi ancora dalla morte alla nascita,
e gli infligge molte ascese e cadute, malattie e morbi. Questo
oceano, in cui si accavallano le onde dei desideri e delle decisioni,
impaurisce l’uomo con i suoi mostruosi abitanti, come l’avidità, e
attrae la ragione umana nel vortice del dubbio.
Per attrezzarsi con la barca della Grazia, adatta a navigare nell’oceano,
occorre sviluppare le qualità della fede e della disciplina,
nonché raffinare e purificare la coscienza (citta). Il tempo è il dono
con il quale Dio ha benedetto l’uomo affinché raggiunga tale proposito;
pertanto il tempo va utilizzato come strumento di purificazione.
Contemplare le glorie di Dio, scoprire la Sua presenza nella bellezza,
bontà e verità osservate ovunque, meditare sulla Sua Forma,
ripetere il Suo Nome, ebbene, grazie a tali discipline l’operazione
[di raffinamento della coscienza] sarà coronata dal successo.
[2] Naturalmente, questi mezzi saranno inutili se non c’è una condotta
virtuosa e se manca la gentilezza e l’attenzione verso tutti gli
esseri. In tal modo la mente sarà resa innocua, benefica e perfino
di grande aiuto nel proprio pellegrinaggio spirituale. Grazie a una
mente purificata, l’uomo può trasformarsi nel Divino. Mānava,
l’uomo, può diventare Mādhava, Dio stesso. Ottenere quello stato e
immergersi nell’illimitata beatitudine divina che esso conferisce, è
la lotta e il destino di ogni essere umano.
Tutte le religioni sottolineano l’importanza della devozione e della
dedizione al Sovrano supremo. I mezzi per raggiungere un simile
stadio possono essere diversi; l’estasi percepita nel momento finale
e lungo tutto il percorso può essere diversa perché è al di là di
qualsiasi tentativo di descrizione. Il sentiero della devozione purificherà
sicuramente la mente, la quale sarà illuminata fino al conseguimento
della Divinità.
[3] L’uomo è decaduto nell’ignoranza, nell’egoismo e nell’avidità
perché ha dimenticato la sua vera natura, la quale non è toccata
dal dolore né dalla perdita. Invero l’uomo è l’incarnazione di tutte
le nobili virtù, quali l’amore, la pace, la rettitudine e la verità, ma
egli non se ne rende conto e insegue piaceri volgari e degradanti,
invischiandosi nella menzogna, nell’ingiustizia e nella violenza;
deve quindi porvi rimedio attraverso la disciplina del sacrificio e
dello yoga, con la rinuncia e l’autocontrollo, regolando il suo
modo di vivere e seguendo il regime della fede e della devozione.
Come il burro è insito nel latte, così Dio è immanente nell’universo.
Lavorandolo nella zangola, il burro si separa e diventa ricono-
scibile; analogamente, attraverso l’amore e la disciplina della recitazione
del Suo Nome, Dio può essere realizzato. I templi dei villaggi
sono i luoghi ove tale coronamento si compie. Il tempio è
per il villaggio quello che il cuore è per il corpo; infatti, il tempio è
paragonabile al corpo, che è il tempio che l’uomo porta sempre
con sé.
Un corpo senza cuore, un villaggio senza tempio e una cisterna
senz’acqua sono tutti e tre inutili e privi di valore. Perciò dovete
preservare e migliorare il tempio del vostro villaggio con la stessa
attenzione e costanza che dedicate al vostro cuore e alle sue condizioni.
Il vostro fiato rivela il sapore del cibo che avete mangiato; la qualità
del pane dipende dalla qualità della farina; com’è la determinazione
nella fede, così è la devozione; com’è la devozione, così è la
realizzazione. Com’è la vostra disciplina spirituale, così sarà la verità
a voi rivelata.

Bṛndavan, 15.11.1973