1 Aprile 1973 – Una drastica riforma

1 Aprile 1973

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Una drastica riforma

[1] Promotori dell’India futura, patrocinatori e sostenitori delle
istituzioni educative! In questa nostra santa terra, l’educazione1
sta deviando verso direzioni sbagliate e favorisce idee e modelli
comportamentali scorretti. Voi tutti siete a conoscenza di questa
tendenza e delle sue conseguenze; prima si correggono le cose,
meglio sarà per tutti, poiché gli anni scorrono inesorabili sia che
gli studenti padroneggino il programma di studi o no, sia che
comprendano, apprezzino e assimilino la cultura dell’India oppure
no. Il tempo scorre via veloce senza possibilità di ritorno, la durata
della vita a disposizione di ognuno diminuisce ogni minuto,
perciò un ritardo nell’applicare questa riforma è imperdonabile.
Gli anni trascorsi dagli studenti nelle scuole e nelle università sono
i più decisivi della loro vita. Il cuore dei giovani è puro, pulito,
pieno di entusiasmo e di ottimismo; essi sono desiderosi di rag-
giungere la felicità, d’intraprendere un’avventura, e sono ansiosi
d’impegnarsi nel servizio al prossimo. Non occorre sforzarsi troppo
per metterli sulla buona strada, ma è altrettanto facile portarli
su quella cattiva.
Il sistema educativo deve proporsi di condurli verso la realizzazione
della Divinità latente in ognuno. Sforzarsi di raggiungere
tale obiettivo è un passo determinante per assicurare pace e prosperità
sociale, nazionale e mondiale.
[2] L’umanità è come un treno carico di passeggeri che viaggia in
un’unica direzione. Alcuni scendono a una fermata, altri alla stazione
successiva e altri ancora scendono più avanti, ma i giovani
hanno il viaggio più lungo, perciò al problema della loro educazione
va dedicata la massima attenzione.
Bisogna rendere la loro vita più felice, più ricca di attività e di
soddisfazione, più utile alla comunità umana; questo può accadere
solo se si permette alla Divinità in loro di sbocciare. La nazione
si attende con ansia che questi giovani realizzino i suoi sogni di
unità, integrità e prosperità; questa brillante gioventù deve diffondere
fiducia e coraggio, gioia ed entusiasmo ma, a giudicare
dalla natura degli studenti d’oggi e dei modelli con cui vengono
formati, c’è da temere che le speranze della nazione siano deluse.
Infatti, i prossimi anni potrebbero testimoniare il declino dei
grandi ideali della cultura indiana che sono stati custoditi attraverso
i millenni.
Nei teneri cuori dei giovani vanno seminati ideali buoni e proficui.
Essi sono come graziosi rampicanti che possono dare grappoli
di fiori fragranti che diffondono il profumo della verità e della virtù.
I giovani devono essere sostenuti con cura e amore dai genitori,
dagli insegnanti e da chiunque abbia a cuore il progresso della
nazione. È una sacra responsabilità che non si può trascurare.
Gli anni vissuti come studenti devono essere saturi di opere svolte
con spirito di collaborazione, servizio sociale, ricerca della verità e
disponibilità a sacrificare i propri interessi per il bene dei meno
fortunati. I valori morali e spirituali vanno onorati quanto quelli
economici e materiali, se non di più. La vita dev’essere un’armoniosa
combinazione di tali valori, soprattutto della forza morale.
[3] Studenti, Incarnazioni del Divino ātma! C’è un grande, urgente
bisogno che voi comprendiate chi realmente siete e realizziate che
siete divini, affinché possiate innalzarvi a quel livello invece di restare
semplicemente umani o di degradarvi al livello inferiore
animale.
Quali sono esattamente i diplomi che prenderete, al termine di
questi studi complicati e spossanti? I diplomi e le lauree sono come
i piattini del questuante che terrete in mano quando vi presenterete,
da un ufficio all’altro, in cerca di lavoro. L’istruzione non vi
dona la fiducia in voi stessi né la conoscenza di voi stessi; d’altra
parte, come potrebbero fornirvele i genitori, gli insegnanti e gli
anziani se ne sono sprovvisti? Poiché essi non possiedono tali qualità,
la nazione soffre di povertà, fazioni e indolenza.
Assorbite la conoscenza nelle scuole e nelle università con la mente
pienamente impegnata in tale compito e con il cuore aperto all’arricchimento.
Non cercate di ottenere posizioni di prestigio con
il denaro; come può il denaro darvi la conoscenza? Eppure oggi,
nei templi della dea della sapienza, Sarasvatī, [ovvero nelle scuole
e università] si adora la dea della ricchezza, Lakṣmī. Nei Purāṇa,
Sarasvatī e Lakṣmī sono descritte come rivali la cui inimicizia è
simile a quella proverbiale tra suocera e nuora; come possono
quindi stare nella stessa casa? Pertanto, Sarasvatī è stata espulsa
dal suo tempio e Lakṣmī vi si è insediata.
Si chiede denaro e si paga per iscrivere un bambino a scuola, per
certificare che ha frequentato il numero di lezioni richiesto, per accettare
la sua ammissione all’esame, per dichiarare che l’ha superato
e per certificare che ha ottenuto il punteggio desiderato. L’intero
settore scolastico è stato degradato e scompigliato tanto da
causare un danno incalcolabile alle prospettive del Paese per gli
anni a venire.
[4] Le emozioni che scaturiscono dalla mente dei giovani devono
essere subito incanalate ed elevate mentre sono ancora abbozzate
e allo stadio iniziale: questo è il dovere primario. Se trascurate di
farlo, i giovani non avranno freni e comprometteranno il loro destino;
al momento, stanno perdendo il controllo e ricorrono a iniziative
estreme, provocando disordini e incendi. La colpa ricade
su chi li sobilla e li eccita, lasciandoli liberi di agire come vogliono
nella società.
Molti si dolgono per i colpi inferti alla vita e alle proprietà da simili
gesti, ma le conseguenze più pericolose non vengono riconosciute
chiaramente: gli studenti danneggiano – con effetti ancor
più duraturi – loro stessi, le loro carriere e la loro capacità di servizio
nella comunità. Essi sprecano una quantità di denaro duramente
guadagnato, nonché qualcosa che non sarà mai più recuperabile
in seguito: il tempo; per di più le loro menti sono inquinate
dall’odio.
I politici sono i colpevoli e vanno evitati perché infondono odio e
pregiudizi nella mente dei giovani, onde utilizzarli come strumenti
al fine di esaltare loro stessi; gli studenti devono stare bene alla
larga da questi sobillatori, perché il loro dovere primario è dedicare
il tempo allo studio. Quando avranno concluso il compito di
acquisire la conoscenza, potranno prendere parte ad attività politiche
e diventare personaggi di spicco. Per ora devono acquisire le
capacità, la comprensione, l’equilibrio e lo spirito di servizio. Devono
riverire i genitori, gli insegnanti e gli anziani, comprendere
gli ideali della cultura del loro Paese e imparare a plasmare la loro
vita quotidiana in conformità a tali ideali.
[5] Naturalmente, il sistema scolastico richiede una riforma drastica
perché i figli e le figlie di questo Paese devono conoscere i principi
stabiliti dalle Scritture e dai testi sacri, la storia delle origini e
dello sviluppo della nostra antica cultura, nonché le regole di legge
e giustizia che qui si sono affermate.
Inoltre i giovani devono frequentare le scuole non solo per ottenere
un’istruzione o per studiare qualche libro con l’aiuto degli insegnanti,
perché in tal caso potrebbero starsene seduti a casa loro e
l’istruzione potrebbe essere impartita loro a domicilio. Essi devono
invece aderire alle istituzioni per imparare a vivere e a comportarsi
con persone della loro stessa età ma di diversa estrazione sociale
ed economica, con diversa capacità intellettuale e sensibilità
emotiva, in modo da acquisire disciplina e rispetto, tolleranza e
spirito di collaborazione. Alcuni anni di scuola inferiore e superiore
addestreranno i giovani a interagire in modo appropriato con la
società e il mondo esterno.
[6] Ciò che accade oggi è il risultato dell’esagerata importanza attribuita
dai genitori e dalla società al superamento degli esami. Gli
studenti sgobbano duramente solo pochi giorni prima degli esami,
poi vomitano tutto quanto sui questionari d’esame e ritornano a
casa con la testa completamente vuota, perché la conoscenza così
ottenuta non ha minimamente influenzato il loro comportamento,
le loro opinioni né le loro attitudini.
Istruzione non vuol dire riempire un sacco vuoto per poi versarne
via il contenuto e svuotarlo nuovamente. Non è la testa che va
riempita, è il cuore che deve essere ripulito, ampliato e illuminato.
L’educazione è per la vita, non per guadagnarsi da vivere.
La caratteristica dell’uomo ‘educato’ è l’umiltà per non essere in
grado di conoscere l’immenso ignoto che è ancora inesplorato; deve
capire di avere più obblighi che privilegi, più doveri che diritti;
deve servire la società in cui si trova e onorare il patrimonio culturale
che gli è stato tramandato dai suoi antenati. Deve essere lieto
di servire e non desiderare di dominare, poiché il servizio è divino
e dona valore alla vita; il servizio è il miglior modo d’impiegare le
proprie capacità, l’intelligenza, la forza e le risorse.
[7] Ora devo parlarvi della grande importanza dell’Amore.
L’Amore è Dio, vivete nell’Amore. Dio è espresso nell’Amore perfetto,
quindi può essere conosciuto, realizzato, raggiunto solo
tramite l’Amore. Potete vedere la luna solo grazie alla sua luce;
allo stesso modo, potete vedere Dio solo attraverso i raggi dell’Amore.
L’Amore si esprime come attaccamento alle cose, affetto
per parenti e amici, desiderio per gli oggetti, amore nelle relazioni
umane, riverenza verso i grandi e devozione per Dio. Coltivate
l’Amore e tutti i suoi aspetti saranno alimentati e favoriti.
Mediante l’educazione sappiate interpretare, alla luce dei principi
della cultura indiana, la conoscenza della Natura e dei suoi elementi,
nonché la conoscenza dell’uomo, delle sue vittorie e sconfitte.
Certamente, la Natura è il miglior insegnante, pertanto state
attenti ad assorbire da lei lezioni utili e durature.
[8] Questo istituto è sorto grazie alla generosità di numerosi donatori,
soprattutto della Rājamātā2 di Navanagar. Dovete rallegrarvi
che una signora di tale magnanimità sia in stretto contatto con la
vostra scuola. Siatele grati, dimostrate la vostra gratitudine introducendo
nella vostra vita gli ideali di progresso spirituale, elevazione
morale e conquista intellettuale che la Rājamātā vi mostra
continuamente. Sviluppate la fede e la tenacia indispensabili per
elevarvi a tali altezze e rispondere alle sue aspettative.
Benedico questa scuola affinché dalle sue porte escano giovani
brillanti, pronti e capaci di servire la patria e d’incrementare la sua
gloria.
Io amo moltissimo gli studenti e gli istituti educativi. Vi benedico
affinché possiate ottenere ottimi risultati nell’educazione e meritare
buoni voti, e non osservazioni negative; perché possiate dare ai
vostri genitori, che hanno faticato a lungo per la vostra crescita, la
gioia che si aspettano; affinché possiate gratificare la Rājamātā e gli
altri benefattori che vegliano sui vostri studi e sulla vostra educazione
con tanto affetto, dimostrando loro che vi guadagnerete con
la bontà e l’abilità nello studio una buona reputazione.
Rajkot,

Gujarat, 01.04.1973