Discorsi Divini
5 Dicembre 1963 – Doni di saggezza spirituale
5 Dicembre 1963
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Doni di saggezza spirituale
[1] Anche in un luogo sacro come Śrishailam una cerimonia così gioiosa e propizia non avveniva da anni. In questo Paese, dove soltanto all’austerità si attribuisce importanza e l’azione è considerata spirituale, non c’è motivo per cui si debba diffondere l’inquietudine; essa dipende dalla proliferazione dei bisogni e dei desideri per i piaceri sensoriali invece che per la contentezza spirituale. Anche l’apertura di una mensa per i poveri è segno di declino della fede e della forza. Non dovrebbe esserci alcun bisogno di distribuire cibo; il lamento del questuante non deve udirsi in questa terra d’abbondanza e di prosperità. A questo luogo santo ci si deve avvicinare animati da un vero senso di umiltà e preghiera. Questo non è un posto per picnic e turisti. Ci sono molte leggende inerenti al tempio di Śrishailam. La figura di Mallikārjuna rappresenta il Dio Shiva puro, bianco e fragrante, Dispensatore di grazie, che misericordioso si volge verso il più lieve anelito del devoto. Bhramarāmba, la consorte, è l’ape che si libra sul fragrante fiore di gelsomino, attirata dal suo nettare; ella è il vero simbolo del devoto. Non ridete delle leggende che i vostri avi hanno raccolto e custodito con grande cura; esse hanno conferito santità al luogo ed hanno elevato i pensieri e l’immaginazione di generazioni di uomini. Il tempio ha confor tato e consolato migliaia e migliaia di persone pie, anno dopo anno. Shankarāchārya visitò questo luogo ed inneggiò alla sua santità ed alla calma che poté godere qui. Egli insediò un chakra che si trova in una piccola grotta vicino al fiume Pātāla Ganga.
[2] Il desiderio di servire i poveri e gli affamati è buono, ma oggi c’è la tendenza a fondare istituzioni, raccogliere fondi e cercare donazioni. Così facendo, l’egoismo aumenta, l’invidia si propaga ed emergono sentimenti di inferiorità e di superiorità; la pace mentale si dilegua quando si è coinvolti in simili questioni. Inoltre tutte le fatiche ricadono su un solo uomo anche se c’è un comitato, e quando l’istituzione è finalmente fondata, si sviluppa un senso di possesso; sebbene tutte le istituzioni siano del Signore e nulla possa sorgere o esistere senza di Lui, la gente se ne dimentica e pretende per sé tutto il merito. Desidero mettere in guardia tutti quelli che operano in campo sociale contro alcuni gravi rischi. Ripulite prima di tutto le vostri menti e poi potrete cominciare a dare consigli agli altri. Conquistate prima voi la pace mentale e la forza, poi potrete cercare di estenderla agli altri. Apprendete voi stessi il segreto della felicità duratura prima di sforzarvi di rendere gli altri felici. Cercate quel medico che vi assicuri: “D’ora in poi non vi ammalerete” – e non quello che vi dà qualche sollievo per la crisi in corso. L’atmosfera dei luoghi sacri deve migliorare. Il comportamento dei monaci rinuncianti deve essere corretto drasticamente. Troppi fra loro si occupano di faccende che riguardano piuttosto un uomo di famiglia, e troppi rincorrono la fama e le ricchezze. Io stesso assolverò questo compito come parte della Mia Opera di ripristino del Dharma; la Grande Assemblea di Studiosi Vedici è uno strumento per conseguire tale proposito.
[3] Più che il cibo per lo stomaco, l’uomo necessita di cibo per lo spirito. Il vero cibo è quello che dona Annapūrnadevi, la Divinità che tutti nutre, non il riso al curry. Il dono da chiederle è quello della Conoscenza Suprema, non la manciata di riso cui voi pensate. La carità che Ella elargisce è la conoscenza spirituale, l’amore, la devozione e la grazia. Cercate la Sua grazia per ottenere più saggezza, più amore, più devozione. Non mortificate la qualità del servizio ai pellegrini in visita a questo luogo sacro; qui dovete porre enfasi sulla devozione, sul distacco e sulla saggezza suprema. Non incoraggiate l’ostentazione e la falsità in questo luogo. Se qualcuno, motivato da vera devozione, dona una monetina, accettatela come fosse un milione, ma non accettate un milione se è dato per ostentare ricchezza o per fare sfoggio di distacco.
[4] Poso la prima pietra di questo nuovo alloggio per pellegrini e vi benedico affinché vi comportiate in modo tale per cui il significato del nome Annapūrnā non vada dimenticato. Voi avete la Mia benedizione in larga misura, quindi unite le mani tutti insieme in quest’opera e rendetela un successo in breve tempo. Non distribuite il cibo senza discriminazione e non rendete il luogo un asilo per fannulloni. Date da mangiare solo a coloro che vengono qui con l’ardente desiderio di trascorrere alcuni giorni immersi in quest’atmosfera sacra; solo così la gente vi sarà riconoscente. Servite il cibo a chi viene qui per praticare la disciplina spirituale, per vivere la propria vita alla presenza di Dio. Prendetevi cura di chi è un esempio vivente della gioia che scaturisce dall’impegno spirituale.
Śrishailam, 05.12.1963
da DISCORSI 1963 (Sathya Sai Speaks-Vol.III) ed.Mother Sai Publications