Discorsi Divini
25 Ottobre 1963 – Tu sei Quello
25 Ottobre 1963
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Tu sei Quello
[1] Venkateshvara Shāstri e gli altri pandit hanno placato la vostra sete con i loro discorsi; ora tocca a Me affinare il vostro anelito, ovvero l’ardente desiderio della mente per la gioia suprema. Se il Dharma declina, o meglio, se quelli che hanno il dovere di disciplinare la loro vita secondo le sue regole perdono la fede nel Dharma, il suo ripristino non può essere intrapreso da persone qualsiasi. Il ponte danneggiato su un’autostrada non può essere ricostruito da chi ha capacità dilettantistiche o dal momentaneo entusiasmo degli abitanti dei villaggi limitrofi. La ricostruzione dovrà essere effettuata proprio dallo stesso Ente che ha tracciato l’autostrada e progettato il ponte. Il Signore è disceso nuovamente per compiere questa missione; Egli ha radunato gli ingegneri, gli appaltatori e la mano d’opera per adempiere tale proposito, ed ora si sta dedicando a quell’opera.
[2] Quando Krishna venne a sapere che Brahmā aveva portato via e nascosto le mucche, i vitelli, i mandriani ed i ragazzi che erano usciti dalle loro case per andare al pascolo, Egli li creò di nuovo, identici a quelli scomparsi: lo stesso numero, gli stessi tipi, le medesime persone, lo stesso bestiame, e per un anno intero nessuno sospettò che gli originali erano nascosti e che nel villaggio c’erano solo i duplicati. Tutto quello che fu così creato era Krishna Tattva – il Principio, la vera Realtà di Krishna. Proprio come tutto quello che era stato nascosto da Brahmā era sempre il Krishna Tattva. Anche voi siete Krishna Tattva – il Principio Divino. Quale altro Principio c’è, in realtà?
Anche ora che sono in questa Forma, quello che creo per mezzo di Māyā ha uno scopo preciso, così come allora. In quel periodo era per purificare e santificare le gopī, ed anche adesso l’obiettivo è purificare e santificare. L’uomo è limitato e confuso dall’illusione; quando questa limitazione viene superata e l’illusione scompare, l’uomo è Dio e rifulge della sua vera Realtà. Tutti devono essere consapevoli di quella natura che è la loro Realtà. L’obiettivo di Coloro che discendono per ripristinare il Dharma è di rendere ogni uomo consapevole.
[3] Nel Mahābhārata, il tema più importante è proprio il ripristino del Dharma. Quando i Pāndava furono esiliati nella foresta, fu come se fossero state esiliate le sue forze sostenitrici, i cinque respiri vitali del Dharma. Dharmarāja è il respiro vitale del retto agire, Bhīma rappresenta la forza protettrice del Dharma, Arjuna è la fede e la devozione necessarie come suo fondamento, Nakula e Sahadeva rappresentano la fede stabile essenziale per la sua pratica. Quando i Pāndava andarono nella foresta, Hastināpura1 fu ridotta ad essere Astināpura, una città di ossa, senza sangue né carne. Voi mi chiamate Dharmamūrti, Personificazione del Dharma. Ognuno di voi lo è, solo che ve ne siete allontanati, ed ora il Mio obiettivo è di riportarvi alla condizione iniziale che avete perduto. La grande Assemblea di Studiosi Vedici di Prashānti che è stata istituita qui durante la festività di Navarātrī avrà proprio questo compito. Oggi sono stati discussi e stabiliti gli obiettivi come pure i metodi d’intervento. Questa organizzazione è vostra e potrete utilizzarla in base alla vostra devozione e capacità. Il patrimonio di saggezza ed austerità che questi studiosi hanno raccolto è vostro: emettete pure degli assegni su di loro ed essi vi doneranno la ricchezza, non abbiate dubbi.
[4] I saggi e gli studiosi dei Veda hanno sofferto molto per l’indifferenza della società. Questo è successo non perché si siano dedicati allo studio dei Veda, ma perché non hanno messo in pratica quello che hanno studiato. Occorre attendere finché il frutto è maturo. Ci vorrà tempo per la crescita dell’albero, per la fioritura, per la trasformazione dei fiori in frutti, per la maturazione e per ottenere la dolcezza dei frutti. Se li raccogliete prima del tempo, dovrete buttarli via. Prima di laurearsi, ci si deve cimentare nell’alfabeto, poi si impara a leggere parole formate da lettere, quindi si studiano le frasi e finalmente i testi completi. Per questi studiosi il coronamento dei loro studi è arrivato ora, dopo molti anni, quando hanno ottenuto questa opportunità di condividere la gioia e la saggezza con i loro fratelli e sorelle. Ad ognuno di loro è stato assegnato un distretto ed un gruppetto selezionato ha il compito di supervisionare i programmi di ogni distretto. Il Comitato distrettuale organizzerà gli incontri e li inviterà a tenere delle sessioni di tre giorni.
[5] Questo costituisce il lavoro di semina: essi pianteranno i semi delle tre sezioni dei Veda relativi ai riti propiziatori, alla costante contemplazione di Dio, alla Conoscenza ed all’esperienza della Verità Assoluta; inoltre pianteranno i semi del Dharma e della Gloria di Dio come è descritta nel Rāmāyana, nel Mahābhārata e nel Bhāgavata. Dovete prendervi cura dei campi e delle giovani piantine, nutrendoli con il fertilizzante, liberandoli dai parassiti per raccogliere una messe di felicità che deriva dal mangiare quel grano nutriente. Questa è la vera agricoltura per voi. L’opportunità di prendervi parte sarà concessa solo a pochi, quei pochi che vantano i meriti di molte vite.
[6] In primo luogo, questa Assemblea di cultura vedica si occuperà dell’Andra Pradesh, poi si estenderà agli Stati del Karnataka e del Kerala, quindi a tutti gli Stati indiani e, dopo breve tempo, anche fuori dell’India. Ci sono parecchie comunità Sathya Sai all’estero che stanno facendo pressioni affinché la Mia grazia possa essere estesa anche a loro. Il primo vantaggio che otterrete da questa Assemblea è che potrete coltivare e sviluppare qualcosa che è espressamente indiano. Dico questo perché voi comprendete solo il linguaggio del profitto. Qualunque cosa vi si chieda di fare, la vostra prima domanda è: “Quanto si guadagna?” Questa smania per il profitto vi ha fatto affondare nella cupidigia! In realtà, il vero profitto è di ritornare attraverso questa strada al vostro luogo di provenienza, la vostra casa.
[7] Brahma, che nacque dal loto emerso dall’ombelico di Vishnu, si stupì di come mai si trovasse lì e si mise a cercare il luogo da cui proveniva, ma non riuscì a capacitarsene. Riflettendoci un po’, potete scoprire da dove provenite, o meglio, qual è la vostra reale natura. A quel punto non resta che sforzarsi di raggiungerla. Questo è ciò che s’intende per Liberazione. La semplice fede riposta nelle parole di un Saggio è più proficua di anni di studio e di dibattiti. Meditate sul grande assioma vedico che vi indica la Suprema Realtà:
«Tat Tvam asi – Quello tu sei»
Riflettendo su questa grande Verità, il suo significato vi balenerà nella mente senza l’aiuto di commentari che tendono solo a confondervi. Pensate a Tat (Quello, il Divino), analizzate Tvam (‘tu’, cioè voi stessi) e vi convincerete che asi (‘sei’, cioè l’uguaglianza, l’identità) è l’unica soluzione. Voi siete nella Luce, la Luce è in voi, voi siete la Luce: questi sono i tre passi da compiere.
Prashānti Nilayam, 25.10.1963
da DISCORSI 1963 (Sathya Sai Speaks-Vol.III) ed.Mother Sai Publications