Discorsi Divini
15 Dicembre 1963 – L’equa visione
15 Dicembre 1963
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
L’equa visione
[1] Gli abitanti di Malleshvaram hanno fatto dei bei preparativi per celebrare il Festival annuale dei canti devozionali che hanno tenuto qui. Cantare i bhajan conferisce sempre pace e beatitudine; state però attenti a non usarli per accrescere il vostro egoismo, le recriminazioni reciproche, l’invidia o l’orgoglio, come molto spesso accade. Siate umili, calmi e tolleranti. Collaborate con tutti e trattate tutti con gentilezza e cortesia. La devozione non è un’uniforme che s’indossa il giovedì sera, quando vi riunite a cantare i bhajan, e che si mette da parte quando i canti sono finiti. Devozione significa promuovere un atteggiamento di umiltà, di riverenza verso i genitori, gli insegnanti, gli anziani e verso tutti; è un’attitudine mentale, un comportamento sempre presente. La devozione dà nutrimento al cuore proprio come il cibo lo dà al corpo. Come l’ago della bussola punta sempre verso Nord senza mai deviare e vi ritorna prontamente e con gioia ogni volta che viene spostato da quella direzione, così il devoto deve essere sempre rivolto al Signore e deve sentirsi felice solo quando è orientato verso di Lui.
[2] Molte persone pensano a Dio solo quando sono sopraffatte dal dolore. Certamente questo è bene, è sempre meglio che cercare l’aiuto di chi è in ugual modo soggetto al dolore; è molto meglio, però, pensare a Dio nella sofferenza e nella gioia, nella pace e nel conflitto, cioè in ogni circostanza. Il terreno bagnato è la prova che c’è stata la pioggia; la pace che il devoto ha acquisito è la prova della sua devozione, quella pace che lo protegge dagli assalti del successo e del fallimento, della fama e del disonore, del guadagno e della perdita. La devozione è il Gange, il distacco è il fiume Yamunā e la saggezza suprema è il Sarasvatī, i tre fiumi della ‘confluenza’ spirituale. La Conoscenza spirituale è il treno diretto: dovete soltanto salirvi e vi porterà direttamente a destinazione. La devozione invece è un vagone diretto; anche se deve essere staccato da un treno ed attaccato ad un altro, quando salite a bordo non avete più bisogno di preoccuparvi: rimanete al vostro posto e vi porterà a destino. La via dell’azione è un treno ordinario; se salite dovrete scendere e cambiare ad ogni raccordo ferroviario, caricare e scaricare il vostro bagaglio ogni volta e darvi da fare un bel po’ per giungere alla meta. La sola devozione è sufficiente persino ad acquisire la conoscenza; essa sfocia nella ‘equa visione’ che porta a vedere solo Dio in tutti, ed inoltre distrugge l’egoismo. Anche la conoscenza conferisce queste due qualità. Una volta, Nārada si offrì di insegnare alle gopī i principi della filosofia, della ‘Sapienza Suprema’, come egli la chiamava. Krishna si dichiarò d’accordo, ma le gopī dissero: “A noi non interessano la tua erudizione ed i tuoi discorsi. Noi vediamo Krishna ovunque ed in ogni cosa, non abbiamo invidia, né odio, né malignità. La nostra visione è equa e non abbiamo egoismo. Pensiamo che questo ci basti.” Nārada dovette ammettere che la loro asserzione era corretta, quindi se ne andò sconfitto.
[3] La maggior parte di voi conduce una doppia vita o tripla: unione con Dio al mattino, divertimento per il resto della giornata e dolore di notte. Cercate la gioia fuori di voi e poi soffrite della piaga del desiderio dentro di voi. Dite una cosa con la lingua e fate l’opposto con le mani. Dichiarate di essere ricercatori della saggezza ma restate attaccati alle illusioni che avete coltivato. Avete un biglietto per Calcutta ma viaggiate su un treno per Bombay! Con il corpo che è il vostro biglietto, la conoscenza ed il distacco come bagaglio, voi viaggiate non sul treno che porta a Dio, bensì su quello che corre verso il mondo oggettivo. Questo è un gran peccato! Le radici devono scendere profondamente sino al livello delle acque sotterranee. Gli alberi che crescono lungo i canali sono rigogliosi e lussureggianti. Anche le vostre radici devono immergersi profondamente nella Divinità che vi manterrà verdeggianti nonostante la siccità o la calura del sole.
[4] Questa è l’epoca del profitto! La domanda che tutti fanno quando si chiede loro di eseguire qualcosa è: “Quanto si guadagna? Quanto è il profitto? Ma l’utile è sicuro?” Anch’Io ho una domanda: qual è il vantaggio di tutto questo alimentarsi e crescere, sforzarsi e battersi, guadagnare, risparmiare e spendere, perdere e vincere, viaggiare a gran velocità con auto ed aerei, se con questi mezzi non ottenete la pace della mente e la gioia nel cuore? Tutte queste attività servono unicamente ad occultare la reale natura dell’uomo, a sommergerla sotto un cumulo di banalità, a sopprimere la naturale influenza della sua vera Realtà. Sviluppate Amore per il Divino, così lo potrete percepire molto vicino a voi, nel vostro stesso Sé. Questa è l’assicurazione che voglio dare a voi tutti.
Malleshvaram, Sathya Sai Bhajana Mandali, 15.12.1963
da DISCORSI 1963 (Sathya Sai Speaks-Vol.III) ed.Mother Sai Publications